Uno degli obiettivi più agognati nel campo delle vendite per tutti coloro che operano nel settore della Grande Distribuzione Organizzata è senza dubbio la riduzione del numero dei resi: il cosiddetto “stock zero”, raggiunto il quale possiamo dire con certezza di aver massimizzato il nostro margine di profitto in relazione all’investimento. Come si può riuscire ad ottenere un simile risultato? Ma soprattutto, è davvero possibile? Sebbene non esista una formula magica per conseguire matematicamente il traguardo in questione, è possibile comunque avvicinarcisi attuando una serie di operazioni e strategie di bilanciamento; e se siete curiosi di sapere cosa si tratta, siete nel posto giusto: nelle righe a venire andremo a parlare proprio di questo.

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Il magazzino, croce e delizia delle organizzazioni retail

Se c’è una componente che si può definire invisibile nel campo del mondo retail – agli occhi dei consumatori, certo, ma purtroppo spesso anche a tutti gli altri – quello è proprio il magazzino: qui si nasconde agli occhi più inesperti il fulcro di un sistema retail perfettamente funzionante, e qui sarà fondamentale agire dal punto di vista dell’organizzazione per permettere all’intera filiera di funzionare correttamente. La riuscita di un processo di vendita non può infatti prescindere dalla capacità di gestione di un magazzino, non solo per il mero acquisto ma anche per tutte le attività contigue come la ricezione stessa della merce, il suo controllo e le operazioni di riassortimento. Delle dinamiche che sono sempre state parte fondante dell’universo retail, ma che negli ultimi anni si sono viste convergere verso una direzione unica e ben precisa: la digitalizzazione.

La gestione di un magazzino moderno dipende oramai sempre più a insindacabilmente da un buon software gestionale; ma quali aspetti sono diventati quasi completamente digitali e perchè? Innanzitutto la gestione delle componenti anagrafiche e delle schede dei nostri prodotti, per avere sempre a portata di mano le caratteristiche di ognuno degli oggetti di cui disponiamo a magazzino; in secondo luogo l’amministrazione e la conduzione degli ordini ai fornitori, e per ultimo – ma non meno importante, anzi! – il controllo delle scorte e delle giacenze. Unendo queste prerogative in gran parte digitalizzate possiamo andare ad agire sul cosiddetto “bilanciamento degli stock”, un’operazione importantissima non solo per la nostra attività ma anche per la tutela e la minimizzazione dell’impatto sull’ambiente.

Come riuscire ad attuare un’operazione di bilanciamento degli stock?

Dietro alla definizione di “bilanciamento degli stock” si nasconde una valutazione quanto più dettagliata possibile delle vendite effettuate in un determinato periodo di tempo. Le informazioni che il software deve elaborare in tempo reale sono, sostanzialmente, il computo degli ordini e il venduto; aggiungendo a questi dati l’elenco della merce che abbiamo a stock in magazzino, il programma lì andrà ad elaborare consentendovi di avere un quadro decisamente realistico delle performance di vendita dei vostri articoli.

Il nostro sistema GES Driver, ad esempio, riesce a valutare queste informazioni e a trasformarle in indicazioni precise sulle merci da spostare: sarà così possibile capire quali sono gli articoli meno performanti in un determinato punto vendita per poterne spostare gli stock presso un altro nostro retail store nei quali l’oggetto è stato venduto maggiormente; volendo tracciare un divertente ma calzante parallelo, si tratta di un sistema che lavora come un novello Robin Hood, togliendo ai più ricchi per rifornire il meno fortunato di turno.

Avete quindi capito in cosa consiste il “bilanciamento” di cui stavamo parlando e come si possa, tramite l’informatizzazione dei processi, renderlo più snello: la rete di consegne interna non è sempre sufficiente per limitare il numero dei resi, e sfruttare determinati sistemi si fa di anno in anno sempre più cruciale in ogni attività… non solo per quanto riguarda i nostri margini di profitto, ma anche per venire incontro alle sempre più importanti esigenze di tutela dell’ambiente.

L’impatto della riduzione dei resi sui nostri margini e sull’ambiente

Sì, perchè anche se molti ancora non sembrano rendersene conto, gli articoli invenduti che riempiono i nostri magazzini non sono solo un problema per noi, bensì per l’intera collettività; la logistica sostenibile è oramai una misura sempre più seguita dalle imprese, certo per limitare i resi ma anche per evitare al più possibile un impatto ambientale eccessivo: lo spreco energetico e le emissioni prodotte dai trasporti sono aspetti che ogni azienda al giorno d’oggi dovrebbe tenere in seria considerazione.

Il largo consumo vede nella sostenibilità una sfida tutta nuova, e solo con un deciso cambiamento all’intero sistema si può sperare di rispondere alle necessità di acquirenti e consumatori sempre più esigenti da questo punto di vista. Sotto questo aspetto passa infatti inevitabilmente non solo l’efficienza, ma anche la competitività di un’azienda moderna. Per questo entrano in gioco elementi relativamente nuovi come il concetto di logistica green, ossia tutte quelle politiche atte all’ottimizzazione dei trasporti, dello stoccaggio e delle consegne delle merci al fine di trovare quel perfetto equilibrio fra economia ed ecologia: crescere, insomma, senza pesare sull’ambiente.

Bilanciare gli stock non significa quindi solo limitare le nostre perdite, anzi, è un concetto molto più profondo e complesso che va ad influire su tutta una serie di altri aspetti, in primis la logistica. Questo processo operativo è quasi sempre invisibile al consumatore ma continua a rimanere cruciale e a scontrarsi con un evidente paradosso: la consegna in tempi brevi, ad esempio, si muove in una direzione diametralmente opposta alle politiche green che sarebbe doveroso promuovere, in quanto diventa quasi impossibile ottimizzare carichi e flussi; la parola d’ordine, quindi, dovrà sempre essere “equilibrio”.