Le grandi industrie sono ormai da anni sempre più impegnate nel perseguire i dettami delle leggi Europee per quanto riguarda le prestazioni energetiche e alla conseguente etichettatura. Al momento dell’acquisto di un nuovo elettrodomestico, infatti, è di fondamentale importanza considerare le sue prestazioni a livello di consumo; l’Unione Europea lo sa bene, data l’importanza che questo aspetto ha assunto negli ultimi tempi: per questo l’etichetta energetica è poco a poco diventata obbligatoria in tutti i paesi membri dell’Unione.
In questo articolo cercheremo di illustrare nel modo più esauriente possibile non solo le funzioni di questa etichetta, ma anche i vantaggi che ci può offrire.

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Etichettatura energetica, cos’è e quali vantaggi ci offre

L’etichetta energetica, obbligatoria in Italia fin dal 1998, ci permette di valutare a parità di caratteristiche quali siano i costi e i consumi di qualsiasi apparecchio, aiutandoci a scegliere così l’elettrodomestico a minor consumo energetico: si può quindi trovare su frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie, forni, condizionatori, lampade elettriche ed impianti termici. In seguito a direttive più recenti, l’etichetta andrà apposta più generalmente su tutti i dispositivi collegati in qualche modo all’utilizzo di energia, e quindi anche a televisori, console per videogiochi, lettori blu ray e quant’altro. Essendo la sua esposizione obbligatoria, il negoziante stesso deve premurarsi di metterla in vista di fronte a tutti gli apparecchi che vende presso il suo esercizio; il venditore è tenuto a rendere pubbliche le prestazioni energetiche del suo dispositivo anche nel caso dei negozi on-line.

Ma quali sono i vantaggi di questa metodologia di catalogazione? È bene precisare che non sono solo i consumatori a trarre beneficio da queste direttive, anzi: secondo le stime della Commissione Europea, grazie all’etichettatura energetica si potranno risparmiare fino a 38 TWh all’anno entro il 2030, favorendo l’economia circolare ed  il riutilizzo – grazie alla progettazione ecocompatibile – dei materiali in successivi cicli produttivi, riducendo il più possibile gli sprechi; grazie a queste normative, quindi, mentre il consumatore risparmia contribuisce allo stesso tempo a ridurre l’impatto ambientale, favorendo un circolo virtuoso.

L’etichetta energetica: quali dati contiene e come si legge

Per riuscire a raggiungere l’ambizioso scopo dell’ottimizzazione dell’efficienza energetica, della produzione di energie rinnovabili e della riduzione delle emissioni dei gas serra, l’Unione Europea ha cercato di rendere le etichette energetiche il più chiare e leggibili possibile; aiutare il consumatore a riconoscere il consumo degli elettrodomestici è stato quindi un obiettivo cruciale e sebbene l’etichettatura sia ormai entrata nell’abitudine dei cittadini europei, un piccolo riassunto non può che essere prezioso.

    1. Nella parte superiore deve essere sempre presente il logo dell’UE;
    2. La parte centrale dell’etichetta è la più riconoscibile a colpo d’occhio ed è composta da una serie di sette barre colorate. A partire da quella verde, che determina un alto livello di efficienza energetica, passando per il giallo fino ad arrivare al rosso. Su questa stessa scala, la classe di ogni elettrodomestico viene indicata con una lettera che va da A+++ a G. 
    3. Sotto a queste caratteristiche barre colorate è raffigurato un riquadro al cui interno viene segnalato il consumo annuo di energia in kW/h. A seguire, una serie di icone esplicative offre ulteriori informazioni sulla base dell’elettrodomestico preso in considerazione: il consumo d’acqua (nel caso di lavatrici e lavastoviglie), la capacità di carico (in litri o in chili, sulla base della natura del dispositivo) e per ultime anche le emissioni sonore indicate in decibel (per quanto riguarda le lavatrici, sia durante il funzionamento normale che nel corso di una centrifuga).

Anche le singole lampadine hanno la propria etichettatura e la classe energetica varia in base alla tecnologia da loro usata (siano esse a LED, alogene o a incandescenza): i dati riportati in questo caso oltre al consumo saranno relativi al flusso luminoso misurato in lumen ed alla durata media della vita in ore.
Una volta imparata a leggere correttamente un’etichetta energetica è il momento di valutare l’impatto nei consumi delle nostre scelte di acquisto: nel caso delle lampadine, ad esempio, il prezzo di vendita è assolutamente inferiore a quello dell’elettricità necessaria a farla rimanere accesa per il suo intero ciclo vitale; in altri invece sarà opportuno calcolare se il prezzo di un apparecchio possa effettivamente essere compensato nel corso degli anni in relazione al suo consumo. È bene anche specificare che gli elettrodomestici più efficaci e performanti dal punto di vista del risparmio energetico possono anche essere considerevolmente scontati se l’acquisto avviene nel contesto di una campagna promozionale (grazie ai cosiddetti Certificati Bianchi).

L’evoluzione delle direttive e l’ottimizzazione energetica nel campo della GDO

Le richieste dell’UE per quanto riguarda l’ottimizzazione dei consumi e l’efficienza energetica sono in continua evoluzione; per questo non di rado si verificano anomalie che finiscono addirittura nei tribunali. È il caso dell’etichettatura relativa agli aspirapolveri, che non molto tempo addietro è stata annullata in seguito a quella che è stata ritenuta una violazione: secondo una nota casa produttrice di elettrodomestici per la pulizia della casa le verifiche per l’etichettatura sono state eseguite con un contenitore per la polvere vuoto e non in corso d’uso; dopo una lunga battaglia legale, il produttore è stato protagonista di una vittoria che servirà comunque all’Europa ad affinare i metodi di misurazione per l’etichettatura in vista delle future evoluzioni di questa direttiva.

Anche nel campo della Grande Distribuzione Organizzata il risparmio energetico è sempre più importante, tanto che secondo recenti indagini le spese di fornitura dell’energia arrivano ad incidere fino al 3% del fatturato. Si tratta della seconda voce per quanto riguarda i costi, preceduta solo dalle spese sostenute per il personale. Per questo nella GDO è sempre più comune rivolgersi a un energy manager che si occupi attivamente di gestire gli impianti e di pianificare le attività aziendali sulla base del risparmio energetico, monitorando attentamente i consumi. All’interno dei retail store, invece, è importante fare il possibile per stare al passo: adeguarsi alle direttive può essere traumatico, ma è fondamentale per evitare sanzioni; può capitare che le linee più vecchie rischino di rimanere invendute, ma è molto più importante che il consumatore sia sempre perfettamente al corrente di ciò che sta per acquistare.